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Luigi Cozzi

Luigi Cozzi , regista, scenografo e scrittore, ha incontrato Terra Di Goblin  regalandoci un intervista esclusiva .

 

TDG : Quando hai scoperto il cinema di fantascienza ? 

LC : Dovevo avere circa sette o otto anni, quando vidi al cinema “ 20.000 Leghe sotto i mari “ della  Disney, in quel momento mi sono appassionato al cinema fantastico.

 TDG : Parlaci della fanzine  Futuria Fantasia

 LC : E’ stata  la prima fanzine fatta in Italia, il numero zero venne pubblicato  nell’autunno del 1962, mentre il numero uno nella tarda primavera del 1963, sono stato io da solo a crearla e scriverla, leggendo un articolo su una rivista americana di fantascienza avevo scoperto che  il giovanissimo  Ray Bradbury aveva iniziato così  la sua carriera letteraria, fondando appunto “ Futuria Fantasia “ ed ho pensato bene di imitarlo, anche io ero giovanissimo avevo soltanto 15 anni.

 

 TDG :  I tuoi esordi da regista ?

  LC : Dopo aver fondato la fanzine, nel 1964,  lavoravo già nella redazione della rivista  “ Galassia “  e dal 1965 collaboravo anche con la rivista “ Urania “.

Contemporaneamente , continuavo a seguire il cinema e avevo anche iniziato a farlo in 8mm, da quel formato sono passato già dal 1966 al 16mm e dall’inizio del 1967 ho iniziato a lavorare come assistente al montaggio, al doppiaggio e poi alla sincronizzazione presso la Fono Roma di Milano, nello stesso anno, ho conosciuto Alfredo Castelli, il creatore di  “ Martin Mystere” della Bonelli Editore, insieme abbiamo  iniziato a lavorare al mio esordio nella regia, con il film “ Il Tunnel Sotto Il Mondo“ che abbiamo presentato nell’estate del 1969, “ Festival del Film di Fantascienza di Trieste “  dove ha ottenuto buone recensioni.

Luigi Cozzi

 

 Io comunque avrei sempre e solo voluto fare film di fantascienza, ma, specie nella prima fase della carriera, ho dovuto adattarmi a girare quello che gli altri mi consentivano di fare, anche se magari non mi piaceva troppo, ma mettendoci comunque tutto l’entusiasmo e la buona volontà.

Luigi Cozzi

Per esempio, prima di incontrare Dario Argento non avevo mai letto un  libro giallo, ma dopo averlo frequentato mi sono trasformato in un esperto del settore, grazie ai suoi consigli e al fatto che, leggendoli finalmente, avevo scoperto che quei libri particolati mi piacevano, anche se ovviamente sempre meno della fantascienza.

 

TDG : Come nasce Star Crash ?

 LC : E’  stato un film complicatissimo da realizzare perchè era quasi tutto effetti ottici speciali e modellini, che hanno richiesto più di un anno intero di lavorazione, però era finalmente il  ” mio ” film di fantascienza, quello che per tanto tempo avevo desiderato di realizzare.

Luigi Cozzi

Mi ha dato enormi soddisfazioni, è stato distribuito in tutto il mondo dalla Columbia Pictures, con grandi incassi ovunque ma soprattutto negli Stati Uniti e perfino qui in Italia,  è diventato un vero e proprio film di culto, considerato oggi l’unica valida alternativa a  “  Guerre Stellari “   Ma portarlo in porto mi ha richiesto una pazienza e una determinazione infinite, perchè tutti pensavano che fossi un pazzo a volerlo fare così, però non ho dato retta a nessuno e l’ho girato esattamente come lo volevo, e il risultato mi ha dato ragione.

Luigi Cozzi

 Di recente in Francia l’hanno perfino ridistribuito nei cinema e all’inizio di quest’anno a Parigi la  ” Cineteca Nazionale Francese ” mi ha dedicato una serata speciale proiettandolo.

 Starcrash “, ha dato un solo dispiacere, che al tempo stesso però è anche quello che ritengo un grosso complimento:  in America lo considerano un film tutto americano diretto da un regista italiano, mentre in realtà solo i soldi per realizzarlo sono arrivati dagli Stati Uniti, mentre il film è stato interamente pensato, scritto, girato e completato qui in Italia.

Luigi Cozzi

 

TDG : Quali altri film di fantascienza hai diretto ?

LC : Da  Starcrash,  in poi ho sempre e solo diretto finalmente pellicole di fantascienza o quasi, tipo science fantasy, pseudo-horror e cose simili, che era quello che ho sempre voluto poter riuscire a fare.

Luigi Cozzi

 

 TDG : Come hai conosciuto ed incontrato Dario Argento ?

 LC : All’inizio del marzo 1971 vidi all’Empire di Roma  “ L’uccello dalle piume di cristallo “   quel film mi colpì tantissimo, perché evidenziava un talento straordinario da parte del suo regista.

In quel periodo lavoravo a Roma come redattore del settimanale di musica “ Ciao 2001 ”, su cui curavo anche una rubrica di cinema, chiesi all’ufficio stampa della Titanus di poter intervistare il regista di quella pellicola, allora del tutto sconosciuto, in quanto lo volevo conoscere e apprendere più cose su di lui.  

La Titanus mi fornì il numero telefonico della Seda, la società che aveva prodotto quella pellicola, e quando la chiamai mi passarono il produttore, Salvatore Argento, che era il padre di Dario.

Luigi Cozzi

 Lui fu felicissimo di sentirmi, perchè mi spiegò che ero il primo giornalista che chiamava per poter intervistare suo figlio e me ne diede subito il contatto, chiamai allora Dario, lui mi invitò ad andare a casa sua per intervistarlo e così ci conoscemmo e da allora siamo sempre rimasti in stretto contatto fino a oggi, quasi cinquant’anni dopo…

 

 TDG :  Qualche aneddoto de il Vicino Di Casa ? 

 LC : Fù l’unico dei telefim della serie della “ La Porta Sul Buio “  che non ebbe problemi con la censura preventiva da parte della RAI, perchè non conteneva violenza nè sangue nè coltelli che erano tassativamente proibiti.

Ma quando andò in onda, provocò un putiferio, perchè migliaia di spettatori ne rimasero così terrorizzati da tempestare  la RAI di telefonate di protesta, al punto che il giorno dopo ne parlarono in prima pagina quasi tutti i quotidiani nazionali.

 

TDG :  Come è nata l’dea del film Contamination ?

 LC : In Italia in quel periodo l’unico modo di riuscire a fare un film di genere era quello di rifarsi a un grande successo nordamericano, così io mi attaccai ad  “ Alien “, che stava incassando miliardi, proponendo un film a basso costo che conteneva a sua volta non uno ma tantissime uova aliene, e un  produttore abboccò subito all’amo.

  Poi il film che scrissi però si discostava totalmente da Alien ed era invece un omaggio a certe pellicole che io amavo molto della fantascienza cinematografica degli anni Cinquanta.

 

 TDG :  Aneddoti sul set  ( effetti speciali ecc )

 LC : Ricordo che le uova aliene, quando se ne vedevano tantissime, non erano altro che piccoli palloncini gonfiati e dipinti tutti di verde, l’uovo che pulsava nella stiva della nave e nella scena della doccia, era fatto di silicone con all’interno una luce per farlo illuminare internamente, ed un meccanismo che simulava la pulsazione.

Quando nel flash back degli astronauti su Marte si vedeva la grande grotta con dentro tantissime uova verdi, quello invece era un modellino di circa un metro e le uova in realtà erano, piccole olive verdi, che poi, finita la ripresa, tutti i componenti della troupe se le sono mangiate.

 

Luigi Cozzi

 

 TDG :  Parlaci della soundtracks dei Goblin su Contamination

 LC : In quel periodo, i Goblin erano molto famosi per la realizzazione della soundtracks di  “ Profondo rosso “,  verso la fine degli anni settanta avevano da poco realizzato la colonna sonora del film “ Patrick “ per l’edizione italiana, il loro nome era molto legato al cinema thriller, e per questo motivo la distribuzione del film, propose  ai Goblin di comporre la colonna sonora di “ Contamination “ che io colsi con molto entusiasmo.

 

 TDG : Come mai non è stato usato Connexion dei Goblin nei titoli di testa del film ? 

 LC : C’era un dialogo importante in quelle scene e una musica messa sotto avrebbe potuto disturbare, così decisi che non era il caso di metterla durante i titoli di  testa.

 

 

TDG :  Che rapporto hai con i Goblin  ?

 LC : Ho sempre avuto un ottimo rapporto con i Goblin, che mi piacevano molto, e con Claudio Simonetti in particolare. Nel periodo di Contamination, Claudio Simonetti aveva già lasciato il gruppo e quindi non partecipò alla sonorizzazione  della colonna sonora, il che mi dispiacque.

Ma i suoi ex compagni fecero comunque un lavoro eccellente.

 

Luigi Cozzi

 

 TDG :  Quali altre colonne sonore horror o fantasy ti piacciono

 LC : Sono sempre stato un collezionista di vinili con sopra le colonne musicali dei film, negli anni ’80 ne possedevo già centinaia, i compositori di musiche per il cinema che ammiravo erano tantissimi, soprattutto quelli classici e grandiosi, tipo Bernard Hermann, Miklos Rozsa, Max Steiner, Dimitri Tiomkin, John Williams.

 

 Ricordo che fui poi proprio io a presentare a Dario Argento il jazzista Giorgio Gaslini, che ben presto collaborarono insieme per le colonne sonore de : La porta sul Buio, Le Cinque Giornate e Profondo rosso .

 TDG :  La tua passione per il genere horror quando è nata ?

 LC : Io amo da sempre la fantascienza e la fantasia scatenata tipo quella di  Walt Disney dei  “ Tre Caballeros “, “ Peter Pan “ e successivamente “ Dumbo” se non ci sono film di quel tipo in programmazione, allora vado a vedere gli horror.

 Ai miei tempi  erano soprattutto quelli classici, eleganti e raffinati della Hammer inglese come gli splendidi “ L’uomo Che Ingannò La Morte”, “ La Vendetta Di Frankestein “, oppure “ Il mostro di Londra” dai colori stupendi.

 Invece, l’horror violento, esagerato o splatter venuto dopo non mi piace per niente, tranne quando è fatto con grande stile e con molta classe, vale a dire quasi mai.

 Trovo infatti che la maggior parte degli horror realizzati dal 1985 a oggi sia ripetitiva e del tutto priva di idee nuove, con solo ben poche eccezioni felici.


      
TDG :  Parlaci  di Paganini Horror

 LC : Nacque quando il produttore del mio Starcrasch mise sotto contratto Christoph Lambert per fargli interpretare una sceneggiatura su Paganini  che chiese a me di scrivere.

 La scrissi ma quel film non andò in porto e io pensai di riciclare  il materiale biografico sul violinista che avevo trovato ponendolo alla base di un film horror tutto ambientato in una casa maledetta che nel frattempo il produttore del mio Contamination,  mi aveva chiesto di scrivere e dirigere per lui in Colombia.

Ho scritto la sceneggiatura del film, che piacque, ma quel produttore decise di venderla a un altro produttore, che decise di cambiare l’ambientazione del film a Miami.

Io riuscii a convincere la produzione che Miami, con Niccolò Paganini non c’entrava nulla, ed alla fine mi lascio la libertà di girare ed ambientare il film in Italia, le riprese durarono per ben tre settimane, girammo due giorni a Roma e tre giorni a Venezia.

 

 TDG :  Come nasce un soggetto o sceneggiatura di un film ?

 LC :  Un soggetto può nascere da tutto o dal niente. Ma il problema non è quello, di soggetti ce ne sono a milioni, la vera difficoltà consiste nel trovare poi qualcuno che sia disposto a investire dei soldi per fartelo trasformare in un film, infatti è lì che casca l’asino…

 TDG : Con quali registi o attori avresti voluto lavorare ?

 LC : Con Dario Argento sono stato felicissimo di lavorare, ma lui era l’unico qui in Italia che facesse dei film ai quali mi interessasse partecipare.

Altri registi italiani che mi piacevano molto, ce ne erano parecchi da Sergio Leone, Damiani, Vanzina, Germi, Pietrangeli, Freda, Blasetti, ma li apprezzavo solo dal punto di vista della qualità delle loro opere, mentre mi interessavano poco le tematiche che di solito trattavano.

 TDG :  Con quali altri registi hai lavorato o collaborato ?

 LC : Moltissimo con Dario Argento, e poi poco e solo per la scrittura di alcune storie con Mario Bava, Antonio Margheriti e qualche altro di cui ora non mi ricordo.

 

 TDG :  il Gatto Nero ( Due Occhi Diabolici ) ? 

 LC : In quel periodo stavo in Italia montando il mio  ” Black Cat ” , che però allora si intitolava ancora  ” Out Of  The Depths ” ,e non aveva nulla a che fare con Edgar Allan Poe,  anche se poi la distribuzione gli ha voluto dare quel titolo spacciandolo per tratto da quel racconto, quando Dario mi chiamò e mi chiese di seguirlo in America come aiuto e supervisore agli effetti di Tom Savini, cosa che ho fatto ben volentieri.

Luigi Cozzi

 Sono rimasto a Pittsburgh seguendo le riprese per circa tre mesi ed è stata un’esperienza bellissima, c’era molto entusiasmo nel fare quel film, la troupe americana era giovane e brava, Dario era pieno di idee e in gran forma.

 Ed è stato un gran piacere anche quello di lavorare a stretto contatto con Tom Savini nel suo grande laboratorio in un magazzino periferico abbandonato.


Comprai pure un mucchio di materiali da collezione che spedii in Italia, perchè al ritorno io e Dario avremmo dovuto inaugurare il Profondo Rosso store.


TDG : Raccontaci aneddoti sulla serie tv “ Turno di Notte “

 LC : Nel tardo autunno-inverno del 1987, è stato complicatissimo da girare, in quanto era una gara contro il tempo, perchè noi finivamo ogni episodio il giovedì notte, il filmato partiva in aereo per Milano il venerdì mattina e il venerdì sera alle 21 doveva andare in onda.

 

Per questo a quella serie hanno lavorato tantissime persone, perchè non ci doveva mai essere il minimo intoppo o ritardo, e ogni episodio, anche se i miei duravano in media sui 14 minuti, veniva a costare quanto un film di cinque settimane.

Però è stata un’esperienza bellissima, anche se estremamente faticosa, in quanto per tre mesi interi lavoravamo senza pause dalle tre del pomeriggio fino alle sette o alle otto del mattino dopo.


 TDG :  Parlaci dei tuoi libri e dei tuoi documentari

 LC : I libri che ho pubblicato con la  ” Profondo Rosso ”  ormai sono oltre 200, suddivisi in saggistica sul cinema, narrativa fantastica e archeologia misteriosa, e continuano a uscire con buon successo di vendita in tutta Italia, abbiamo anche una collana in lingua inglese. 


I miei documentari sono stati quasi tutti dedicati a Dario Argento, ai suoi film e alla sua carriera e sono andati benissimo, venduti sia alle televisioni che ai dvd e blu-ray.

Con  Profondo Rosso abbiamo anche prodotto un film, il mio  ” Blood On Melies’ Moon “, e un altro ne abbiamo in  programma.

 

 TDG :  Che tipo di musica ascolti ?

 LC : A me piace tantissimo la musica, adoro il rock e la country music americana, le soundtracks  dei film, non a caso sono stato un giornalista musicale per il più diffuso settimanale specializzato italiano degli anni Settanta.

 

TDG :  Come nasce il Profondo rosso store ?

 LC : Nasce su iniziativa di Dario, che voleva assolutamente aprire in Italia un negozio specializzato.

Me ne ha parlato, ci siamo messi insieme e l’abbiamo fatto, e devo dire che in più di trent’anni di attività lo store ci ha dato tantissime soddisfazioni, ancora oggi  Dario ci tiene tantissimo e io pure. ( Profondo rosso Store Link


TDG :  Il tuo “ cameo “ su Violent  Shit di Luigi Pastore

 LC : Luigi Pastore è un caro amico e mi aveva appena aiutato molto nella lavorazione del mio ” Blood On Melies’ Moon ” e così quando mi ha chiesto di fargli quella partecipazione amichevole nel suo  ” Violent Shit “, non ho certo potuto dirgli di no.

 Ed è stata una bella esperienza anche se molto breve, perchè abbiamo girato il tutto in appena una metà pomeriggio.

 

 TDG : Progetti futuri ?

LC : Proseguono in pieno le attività dello store e della casa editrice a esso legata, in più c’è anche il progetto per un nuovo film che stiamo portando avanti. Insomma, il lavoro continua…

Luigi Cozzi

TDG : Grazie Luigi per questa splendida intervista

LC : Grazie a te Roberto ed un affettuoso saluto a tutti gli abitanti di Terra di Goblin

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