TDG : E’ nata prima la passione per la pittura o per la musica ?
LUCIANO REGOLI : Io nasco prima di tutto come cantante. A 17 anni ho esordito al primo concerto con il gruppo dei Worms a Roma, nel cinema Araldo. Dopo sette anni di esperienza musicale, nel ’74 abbandonai (per poi riprendere dopo tredici anni) e divenni un pittore.
TDG : A che età hai disegnato stato il tuo primo quadro ?
LUCIANO REGOLI : Nel 1960 all’età di 11 anni feci una marina ad olio sotto la guida di un mio parente pittore all’Isola d’Elba.
TDG : In quali gruppi suonavi all’inizio ?
LUCIANO REGOLI : Suonai in una miriade di gruppi, dai Worms, ai Misfits, al Singhiozzo, ai Bubble Gum, dove suonavamo cover dei : Led Zeppelin, al Ritratto di Dorian Gray, alla Raccomandata con Ricevuta di Ritorno.
TDG : Chi sono i tuoi pittori preferiti e a che tipo di pittura ti sei ispirato ?
LUCIANO REGOLI : Io amo i pittori del ‘600. Il mio preferito è Velàzquez, ma ho molto studiato e mi sono ispirato a Caravaggio. Ho fatto copie in museo da questo grande pittore. Un altro mio amore è stato Antonio Mancini, pittore napoletano dell’ 800, e grande maestro della pittura materica.
TDG : Musicalmente ti sei formato ascoltando quali gruppi o artisti ?
LUCIANO REGOLI : La più grande influenza che ho avuto musicalmente deriva direttamente dal Crazy World of Arthur Brown, che ebbi modo di vedere più volte dal vivo con le sue performance teatrali che precorrevano tutto l’art-rock che sarebbe venuto dopo, da Alice Cooper a David Bowie e a tutti quegli artisti che avrebbero privilegiato il teatro. Subito dopo direi i Led Zeppelin, grande amore di gioventù, e che ancora adesso (vedi il mio ultimo disco “Live in Elba”) non smetto di cantare i loro brani .
TDG : Come sono nati il Ritratto di Dorian Gray ?
LUCIANO REGOLI : Una sera suonavamo al Boite Club di Roma come secondo gruppo ai Marble , il gruppo di Claudio Simonetti e Mario Schilirò. Stavano per sciogliersi e Claudio mi invitò a sentire il nuovo gruppo che stavano mettendo su con Walter Martino, ma gli mancava il cantante. Li andai a sentire alla scuola americana Saint George School a Roma e mi impressionarono tanto che dissi sì, sarei stato il loro nuovo cantante. Io da parte mia portai anche Roberto Gardin, che era il mio chitarrista nel gruppo del Singhiozzo, si aggiunse poi Fernando Fera portato da Walter Martino, e quindi nacque il Ritratto di Dorian Gray, unico gruppo rock senza basso, ma con due chitarre. Claudio Simonetti pensava a sostituire il basso con l’organo hammond.
TDG : Esistono registrazioni live o brani composti in studio ?
LUCIANO REGOLI : Purtroppo una registrazione live importantissima del concerto del Festival di Caracalla del Maggio del 1971 ,registrata in qualche maniera da Simonetti, girò per qualche anno fra noi, poi Claudio la perse con mio grande rammarico, per cui quando misi l’unico video che esiste su Youtube, utilizzai la colonna sonora dei King Crimson originale, perché il pezzo coverizzato da noi era andato perduto. Facemmo poi delle versioni rock di pezzi storici americani come “Stormy weather” per Radio Montecarlo, per un conduttore che si chiamava Razzi, che ci registrò dal vivo al Titan Club di Roma. Un altro provino lo facemmo per Gianfranco Reverberi a Roma, per il quale registrammo dal vivo “Child in time” dei Deep Purple. Chissà dove sono finite tutte queste cose.
TDG : Parlami dei festival con il Ritratto dei Dorian Gray degli anni ’70, dove avete suonato e cosa suonavate?
LUCIANO REGOLI : Il festival principale è stato come ho detto quello di Caracalla, dove abbiamo esordito alla grande, il repertorio consisteva da quello che mi ricordo in “21st century schizoid man” dei King Crimson, un pezzo degli Yes del primo album, credo si intitolasse “Can’t tell you mama”, il nostro unico pezzo composto da noi, dove ricordo che la parte centrale deve essere stata utilizzata poi da Claudio per Profondo Rosso. Poi suonavamo “In the court of the Crimson King”, “Child in time” e il nostro pezzo forte era “Rondò” un pezzo strumentale dei Nice, con cui aprivamo i concerti.
TDG : Raccontami come è nata la RRR, e la reunion dopo tanti anni.
LUCIANO REGOLI : Cercavano il cantante già da parecchio tempo e avevano fatto un provino per Mia Martini che cercava una band, ma non andò bene, quindi arrivai io e mi presero. Ma alla batteria invece di Francesco Froggio Francica c’era un certo David che durò poco. Alla sua partenza la RRR era pronta. L’artefice della mia audizione fu Marcello Vento, il batterista del Canzoniere del Lazio e dell’Albero Motore.
Trentasette anni dopo una sera decisi di riformare la mia vecchia band, richiamai quelli che ancora erano in pista, ma quasi tutti dettero forfait. Alcuni addirittura non suonavano più da trent’anni come Stefano Piermarioli il pianista. Solo Nanni Civitenga, il fedele Nanni, rispose alla chiamata. E io mi circondai di ogni sorta di amici della vecchia e nuova guardia, da Claudio Simonetti a Walter Martino, a Carl Verheyen, il chitarrista dei Supertramp, e così nacque il Pittore Volante, la reunion.
TDG : Parlami di Samadhi
LUCIANO REGOLI : Quando ci sciogliemmo con la RRR per parecchi disaccordi, io e Nanni ci presentammo ai piani alti della Fonit Cetra di Torino a parlare con un personaggio old-style che si chiamava Zanoletti ed era il direttore, che ci dette carta bianca, allora si poteva, per fare un bel disco e noi ne approfittammo per lavorare tre mesi in sala a Torino, richiedendo tutto ciò che ci serviva, da un’orchestra di quaranta elementi al coro della Rai, ad una pesantissima arpa, e ne uscì un bel lavoro, che fu Samadhi. Tutti quei soldi e quell’energia furono sprecati, poiché la Fonit puntò tutto sugli Uno degli ex Osanna, con Rustici alla chitarra. Noi fummo messi da parte, non ci fu battage pubblicitario e né concerti. Tristemente ci sciogliemmo. Quello che però la storia ti toglie te lo ridà dopo.
TDG : Mai pensato di fare parte dei Goblin ?
LUCIANO REGOLI : Finita l’avventura con i Samadhi, subito dopo la RRR, mi ritirai dal mondo musicale e iniziai a dipingere. Un giorno mi arrivò una telefonata da qualcuno del Rovescio della Medaglia, che voleva che io entrassi a far parte della band, ma avevo in mano la tavolozza, la guardai e risposi che ormai ero diventato un pittore. Qualche giorno dopo andai a casa di Claudio Simonetti a trovarlo, credo fosse la fine del ’74, o l’inizio del ’75. Mi informò che stava facendo una band, senza cantante, ma che se volevo potevo entrarne a far parte. Erano i futuri Goblin , ma gentilmente rifiutai. Qualche mese dopo d’estate mentre dipingevo un vecchio elbano nella sua stamberga, sentii le note iniziali di Profondo Rosso che uscivano da una finestra accanto.
TDG : Come hai conosciuto i membri dei Goblin, Libra e Daemonia ?
LUCIANO REGOLI : Essendo molto amico di Claudio, anche se ci siamo sempre visti poco abbiamo sempre avuto amici in comune della vecchia guardia, come Nicola di Staso, Walter Martino e poi il mio chitarrista dei DGM negli anni ’90, Diego Reali, divenne per un periodo il chitarrista di Claudio con i Daemonia.
TDG : Hai qualche aneddoto carino durante il periodo anni ’70 da raccontarci , durante concerti o registrazioni in studio ?
LUCIANO REGOLI : Componemmo tutto “Per … un mondo di cristallo” a Preci, vicino Norcia, in una casa immersa nel verde, vicino a un Monastero. Due mesi coccolati dalla mamma del bassista che ci faceva da mangiare mentre noi suonavamo i brani del disco. Ogni fine settimana arrivava Franco Califano che era fidanzato con la bellissima sorella del bassista, una modella, e passavamo i weekend tutti insieme, scorazzando per la Valnerina, mangiando e bevendo e divertendoci. Ma con Califano c’era sempre qualche problema come quella sera a Norcia, dove rasentammo la scazzottata.
TDG : Come sei entrato a far parte dei Dgm ?
LUCIANO REGOLI : Dopo tredici anni di assenza dalla musica, nel 1994 decisi di tornare a cantare a Roma, dopo il mio esilio volontario elbano con gruppi locali. Ma non sapevo come fare per rientrare nel giro e non volevo richiamare i miei vecchi amici che ormai erano tutti compromessi con il pop e con le session in studio. Avevo bisogno di aria giovane, io che avevo già i miei 45 anni. Comprai “Porta Portese”, un giornale di inserzioni romano, cercai la pagina di “Cercasi cantanti”, trovai “Cercasi cantante Rock”, telefonai e feci un provino dopo altri quattro o cinque cantanti con i DGM, che cercavano la voce solista. Mi presero al volo e feci tre dischi con loro, e anni indimenticabili con dei ragazzini talentuosi di vent’anni.
TDG : Con quali altri musicisti hai collaborato in passato e oggi ?
LUCIANO REGOLI : Ho avuto tanti gruppi musicali dal ’67 in poi, sarebbe lungo elencarli tutti. Fra i musicisti che mi dispiace aver deluso c’è Gianfranco Reverberi, che credette in me, ma ero troppo giovane e distratto a quei tempi. Ultimamente c’è stata la bella avventura con i P.I.S. “Progressivamente Italia Supergroup”. Poi il concerto con Thjis Van Leer dei Focus a Prog Exhibition. L’ultimo disco di Pericle Sponzilli della Reale Accademia di Musica e Fholks. E un giovanotto che risponde al nome di Roberto Vitelli, per cui ho cantato alcuni brani e fatto la copertina del suo ultimo disco, che sarà in uscita a breve. Ho un’attiva collaborazione con Mario Schilirò, il chitarrista di Zucchero, con cui ho una band e un’esperienza di quarant’anni fa con i Teoremi.
TDG : La tua musica, i testi nascono dalla ispirazione dei tuoi quadri oppure il contrario ?
LUCIANO REGOLI : La mia musica ha indubbiamente un ispiratore che è stato Arthur Brown, che ha influenzato però anche la mia pittura, con il suo modo tenebroso di interpretare la scena. I testi invece nascono dalla vita vissuta e dai miei scritti, soprattutto diari di viaggio.
TDG : Parlami dell’ultimo album il Pittore volante
LUCIANO REGOLI : Circa vent’anni fa pubblicai un piccolo libro di appunti di viaggio dei trascorsi quindici anni da allora. Lo intitolai “Il pittore volante”, prendendo il nome da un libro del 1934 di un certo Anselmo Bucci pittore che si era dato lo pseudonimo di “Pittore volante”. Io ho ripreso la staffetta di Anselmo Bucci e mi sono riappropriato del nome. E con quel nome ho intitolato il nuovo disco della RRR. Quindi i testi sono tutti presi e adattati da quegli appunti di viaggio.
TDG : Raccontami le emozioni del Progexhibition.
LUCIANO REGOLI : Una delle grandi emozioni della mia vita è stato ritornare su di un palco con la amata RRR riformata dopo 37 anni. Tutto è stato perfetto, l’organizzazione del concerto, le luci come le volevo io, gli ospiti straordinari (Claudio Simonetti e Thjis Van Leer),e l’esecuzione stessa della RRR.
Vedere anche quell’entusiasmante cofanetto della Aerostella che fotografa l’atmosfera della serata. Un piacere enorme mi ha fatto ritrovare Claudio Simonetti. Io e Claudio siamo stati grandissimi amici quando avevamo diciotto, vent’anni. E quando ci incontriamo è sempre come se avessimo sempre quei vent’anni. Questa è la magia che unisce la grande famiglia del prog, tutto il vissuto di una vita è annientato e si ritorna ragazzi e amici.
TDG : Avete registrato un live con alla chitarra Bruno Previtali quando uscirà il dvd ?
LUCIANO REGOLI : Il CD e il vinile del “Live in Elba”, con il bravissimo e carissimo Bruno, usciranno il 30 gennaio 2015. Non è previsto un DVD.
TDG : Nel tuo futuro ci saranno altri album , o ti dedichi interamente alla pittura ?
LUCIANO REGOLI : E’ già pronto il nuovo materiale per il prossimo album della NRRR, completamente arrangiato in modo magistrale da Maurizio Pariotti, fedele tastierista dai tempi dei DGM, e elemento insostituibile della Raccomandata. C’è solo da registrarlo. E questo ancora non ho deciso quando. So solo che il titolo è “In fuga”.
TDG : Grazie Luciano per averci regalato questa intervista
LUCIANO REGOLI : Grazie a te Roberto e a tutti gli amici del prog !