Fabio Frizzi in concerto a Bologna, qualche mese fà vengo contattato da Marco Bertuzzi che mi annuncia aquesto evento e mi invita a partecipare.
Consideratemi pure un nostalgico.. , Ma sono fortemente affezionato ai film horror e thriller degli anni ’80, oggi la tecnologia porta lo spettatore a visionare effetti speciali digitalizzati, si è persa quella creatività di una volta, dove una semplice ferita da taglio o il viso tumefatto di uno zombi, veniva creato manualmente con materiali costosissimi e gli attori erano sottoposti a ore di trucco, oggi basta un click per cambiare la fisionomia di un corpo.
Accade purtroppo anche con la musica dove gli effetti sonori si creavano con semplici oggetti come una suola di scarpe, bicchieri schiacciati contro il microfono o altre diavolerie, la musica era perfetta in base alle scene del film. Oggi le colonne sonore non sono altro che una compilation di brani messi a casaccio, per lo più di artisti famosi, usati per poter vendere il disco e puntare alle classifiche del singolo, ma una volta i dischi si vendevano e compravano veramente, oggi invece si vince un disco d’oro scaricando il brano da internet…
Fortunatamente in questo mondo virtuale c’è chi ancora è rimasto fedele allo stile degli anni ’80 e continua la sua strada, componendo colonne sonore fantastiche , spaziando tra i vari generi dall’horror al western fino al comico.
La musica di Frizzi l’ho potuta conoscere grazie ai film di Lucio Fulci, ed anche alle varie collaborazioni con alcuni membri dei Goblin, a cominciare dall’album : “ Perché si Uccidono ? “ del Reale Impero Britannico, fino alle soundtracks de “ L’Aldilà “ e “ Paura nella città dei morti viventi “. Ma non mi sono fermato ed ho apprezzato anche le colonne sonore di “Manhattan Baby “ e “ Zombi 2 “ .
Un occasione da non perdere assolutamente, ero molto curioso di vederlo suonare dal vivo e quindi, ho deciso di accettare l’invito di Marco, ed ho cominciato ad invitare altri amici per riunirsi ancora una volta tutti insieme, il gruppo si è fermato a cinque con Max Velvet, Fabio Capuzzo e Davide l’amico di Marco Bertuzzi.
Il 22 Aprile alle ore 18.00 sono a Bologna, dove mi attende Marco, il locale dove Fabio Frizzi suonerà è a pochi passi da casa sua, decido di fermarmi a dormire da lui per poi riprendere il treno per Torino l’indomani mattina.
Passa poco più di mezz’ora e mentre perlustriamo la zona del concerto arrivano Fabio e Max, è qui succede una cosa straordinaria, l’abbraccio di collezionisti estremi, che cominciano a tirare fuori dalle loro borse, decine di vinili e cd pronti per essere autografati, c’è gioia nei nostri occhi lucidi nel vedere tanto materiale , Max e Fabio hanno delle rarità bellissime.
Io e Fabio , siamo dei collezionisti ( D.o.c ) dei Goblin, che ama scambiarsi materiale del gruppo . Per lui avevo preparato dei poster e tour programe giapponesi dei Claudio Simonetti’s Goblin e il cd ristampato dei Goblin 4, ed altre piccole cose. Anche Fabio mi porge due regali straordinari : una compilation di brani horror in vinile giapponese con un immagine di Tenebre in copertina, e una pins dei Goblin sagomata con il diavoletto rosso e la scritta Goblin sotto, una cosa meravigliosa…
Tra me e Fabio c’è una sintonia perfetta, non siamo gelosi uno dell’altro, tendiamo sempre ad informarci sui nostri beniamini, appena abbiamo una news discografica, date di concerti, ma soprattutto ci aiutiamo a vicenda nella ricerca di materiale inedito, tutto questo grazie anche a Max Velvet che è un alieno delle colonne sonore riesce a scovare qualsiasi cosa in tutto il Mondo, naturalmente non lascio indietro nessuno ed anche a Marco e Max porgo loro dei regali, che vengono apprezzati con gioia .
Ci posizioniamo dietro al backstage della band di Frizzi, mentre ci raggiunge anche Davide e cominciamo a parlare di musica, di progetti discografici imminenti, di concerti, è un continuo aggiornamento in tempo reale, mentre dal cilindro Fabio Capuzzo, tira fuori un altro oggetto stupendo, la riproduzione del medaglione egiziano “ Occhio di Ra “ usato nel film di Lucio Fulci “ Manhattan Baby “, chi scongiura la sfortuna come Marco, chi invece come me apprezza e tocca l’oggetto essendo anche un appassionato di Egittologia..
Marco aveva prenotato la pizzeria per le 19.30, la band stava eseguendo ancora il soundceck e nessuno di noi voleva perdersi l’occasione di poter incontrare in completa solitudine Frizzi e la sua band, decidiamo di posticipare la cena, quando veniamo a sapere che il concerto inizierà alle 22.30 anziché alle 21.00 .
Alle 20.25, finisce il soundcheck, dalla sala esce Giulietta Zanardi che ci accoglie con grande entusiasmo e chiama Fabio Frizzi, il maestro fa capolino dalla porta del backstage in compagnia di Linda Lee, e vengono travolti da una passione inaspettata, non perdiamo tempo per stringere la mano ed abbracciare entrambi, mentre i loro occhi erano completamente catturati dai nostri vinili e cd che stavano per sporgere..
Max Velvet porge a Linda Lee il disco di “ Inferno “, mentre io blocco subito Fabio Frizzi per farmi autografare il “ Frizzi 2 Fulci Live “ per me e il mio amico Carmelo, e successivamente anche Linda Lee, mi firma le copertine del vinile e del cd , mentre altri componenti della band assistono alla scena sono anche loro curiosi ed attratti dalle nostre collezioni, e qui comincia una carrellata di autografi infiniti che dura almeno una mezz’oretta, ognuno di noi vuole avere il ricordo della serata ma soprattutto portare il suo valore collezionistico un gradino più sù, soprattutto quando gli porgo la copertina del ” Reale Impero Britannico “ e il 45 giri de “ La Preda “, Fabio a quel punto mi dice di spostarsi ed appoggiarsi in un tavolo, è bastato anche il cofano di un auto parcheggiata, ed ad ogni disco autografato Fabio mi racconta degli aneddoti e si stupisce dei dischi che gli abbiamo portato, poi si accorge forse dai nostri accenti dialettali che non siamo di Bologna, escluso Marco con cui aveva già parlato della passione per il Bologna…. , Incredulo che ognuno di noi avesse percorso tanti chilometri per venire allo spettacolo.
Ne approfitto per scambiare qualche battuta con Frizzi, poi lascio spazio agli altri miei compagni , improvvisandomi fotografo ufficiale, dopo che il nostro amico Davide mi aveva fatto un servizio fotografico perfetto .
Frizzi è felice di questo incontro con i fan italiani perché suonando spesso all’estero non aveva mai avuto l’occasione di poterne incontrare molti, ed era entusiasta di essere ritornato nella sua Bologna.
Ci congediamo dalla band, per cenare e dopo un’ora ci ritroviamo davanti al banchetto del merchandaise all’interno del locale, mentre attendiamo l’inizio dello show.
La band sale sul palco presentandosi cosi : Fabio Frizzi ( Chitarre e ai Synth ) , Alessandro Errichetti ( Chitarra Elettrica ) , Roberto Jeff Fasciani ( Basso ) , Riccardo Rocchi ( Chitarra Acustica, 12 corde ed Elettrica ) , Federico Tacchia ( Batteria ) , Alessio Contorni ( Tastiere, Armonica, Flauto Ewi e Cori ) , Giulietta Zanardi ( Cori e Percussioni ).
Il concerto inizia con il brano “Shark rosso nell’oceano” estratto dal film di di Lamberto Bava del 1984, ad essere sincero non conoscevo questo pezzo , molto bello ed interessante, e devo dire che dal vivo ha un impatto enorme sul pubblico, che Frizzi saluta calorosamente alla fine del brano, facendo un accenno anche a noi venuti da fuori Bologna.
Frizzi spiega al pubblico bolognese come è nata la sua collaborazione con Lucio Fulci, ma durante la serata renderà omaggio all’inizio e poi alla fine a Lamberto Bava .
Un dolcissimo arpeggio introducono il brano “ Bunny Love”, dove sullo schermo scorrono alcune immagini che ritraggono Lucio Fulci, a seguire i brani “ Silver Saddle “ e “ Chaco “ estratti dalle colonne sonore di ” Sella d’ argento ” e ” I quattro Dell’Apocalisse ” per commemorare il film Western del regista romano, che ha firmato nel 1975 e 1978, brani eseguiti magistralmente dalla band , sonorità dolci e straordinarie.
La voce di Giulietta Zanardi , intona le prime note della suite di ” Manhattan Baby “, una sequenza di ben quattro brani , seguite dal ritmo incalzante delle tastiere e dalle chitarre, che rendono il brano molto più dolce nella terza parte della suite per poi concludersi con un’anima molto più rock scandito dalle chitarre. Queste è una delle colonne sonore che amo di Frizzi, il sound di Frizzi è particolare per i riff di chitarra acustica, è un marchio che si riconosce dalle prime note . Suite suonata benissimo, che ha fatto infiammare il pubblico bolognese.
Sul palco del Lokomotiv, sale Rossana Barbieri la cantante modenese che tutti conoscono con lo pseudonimo di Linda Lee, cantante fin da giovanissima nei Daniel Sentacruz Ensemble nel 1974, ma molti di noi la ricordano in duetto con Keith Emerson nell’album di “ Inferno “ nel brano “ Mater Tenebrarum “ del 1978 .
Linda Lee, radiosa come sempre saluta e ringrazia il maestro Frizzi e il pubblico bolognese, e partono le note di “ Whit You “, brano dei titoli di testa di “ Sette note in nero “ film di Fulci del 1977, il sorriso e la voce dolce di Linda Lee fanno innamorare il pubblico, che canta il brano appassionatamente, la performance è perfetta e alla fine viene sommersa di applausi, è il preludio alla mia suite preferita, in cui mi si stringe il cuore sentendo soltanto il vibrare delle corde acustiche, del ritmo scandito della batteria, dalla voce narrante e dal quel carillon, “ Sette Note in nero “, che inizia con quell’introduzione fantastica, un connubio di chitarre e tastiere e la voce ,per poi sfociare nell’oblio e nella tensione , sento il rumore dei passi di Rospini che scendono le scale, mentre vediamo la stanza della cantante lirica sullo schermo, sentiamo i brividi sulla pelle, la band crea un pathos enorme e sembra non finire mai, in un rigoroso silenzio, come sepolti dietro quel muro, ecco l’orologio che suona, il carillion dolce ma inquietante, che viene sostenuto da un continuo crescere di sottofondo di tastiere fino ad esplodere in tutta la sua creatività musicale. Spettacoloooooo !!!!
Superlativa esecuzione di tutta la band, erano anni che volevo sentirla dal vivo e la commozione sta per prendermi, ma riesco a trattenermi perché ci sono altre emozioni da poter vivere e devo resistere fino alla fine .
Linda Lee , ritorna sul palco per cantare un suo vecchio successo “ There’s no matter “, classico brano anni ’70, che fa ballare il pubblico, ancora una volta, Linda regala emozioni a non finire, concedendosi dal pubblico con un forte abbraccio a tutta la band . Il brano venne anche inserito nella colonna sonora del film “ Vieni avanti cretino “, film cult di Lino Banfi diretto dal Luciano Salce nel 1982.
Un riff di chitarra seguito da percussioni ci portano in paesi lontani, nelle isole caraibiche, il sound allegro e spensierato presto cambia tonalità diventando sempre più cupo e minaccioso ed un tamburo che incalza con un ritmo in stile danza “ woodoo “, è l’inizio di “ Zombi 2 “, il basso e la batteria seguono il tempo, mentre la voce che si alza a ritmo della musica è sempre più alta, fino a quando il pubblico con le mani segue il battito del cuore della batteria, voci di zombi la fanno da coro, ed un suono ripetitivo di tastiere splendio avvolgono la sala, con l’aiuto della voce, il brano prende quota con un assolo di chitarra elettrica, che conclude il brano. Meraviglioso!
Frizzi prende di nuovo la parola presentando la suite : Songs Medley, che comprende tre brani cantati estratti dalla soundtracks di “ I Quattro dell’apocalisse “, Movin’ On ” , in stile country, segue “ Let us pray “ , un riff di chitarra con armonica, un brano in pieno stile blues, ed infine “ Was it all in vain “, che riprende il riff sentito poco prima nella suite dedicata a Fulci . Brani molto belli, un momento di relax, è come essere attorno al fuoco in riva al fiume per un attimo ci siamo catapultati nel cinema Western.
Si accedono le luci sul palco e la band attacca “ Irrealtà di suoni “, brano gobliniano estratto dalla colonna sonora di “ Paura nella Città dei morti viventi “, io sono nato Frizziniano con uno di questi brani che mi hanno logicamente portato a pensare al sound dei Goblin, finalmente posso sentirlo per la prima volta in assoluto dal vivo ed è un piacere lodevole per le mie orecchie, che spettacolo questo concerto, il tempo sembra non finire mai e le emozioni continuano a crescere sempre di più, la suite prosegue il brano “ Introduzione , paure, liberazione “ per poi concludere con il classico della soundtracks “ Apoteosi del mistero “, dove il pubblico tiene il tempo e le tastiere la fanno da padrona, mentre scorrono le scene del film sullo schermo.
Frizzi ci parla di aver conosciuto dei giovani cineasta francesi e americani, con cui ha collaborato di recente, dicendo di essere felice di aver lavorato con loro che sono la speranza nel cinema e soprattutto, la loro voglia è nata seguendo i film di Fulci.
In un suono molto lento e dolce di pianoforte la band ci propone “ Beware Of Darkness “, per poi sfumare su ritmi un po’ più veloci, aggiungendo una voce dal canto arabo, seguito da un arpeggio costante “ The Wepping Woman “, per concludere con il brano “ Saint Frankestein “ che ricorda moltissimo le soundtracks della Hammer , con in primo piano i violini ( registrati ), seguiti da una chitarra acustica e pianoforte e la voce che narra i momenti più dolci del brano, una suite molto bella e piena di atmosfera che ha catturato un pubblico entusiasta.
Siamo alle ultime battute di uno splendido concerto, con l’ultimo omaggio a Lamberto Bava, anche questo brano non conoscevo ed in verità non ricordo nemmeno il film, “ Blastfighter “, la batteria tiene il tempo seguito da una bellissimo assolo di tastiere, che si intreccia come sempre con la voce che fa da contorno, fino a quando sullo sfondo del brano un assolo di chitarra rende il brano più soft, per poi tornare più prepotente di prima e concludendo con un assolo di chitarra elettrica Pinkfloydiana..
La band ringrazia e saluto il pubblico, i fan e i curiosi accorsi allo show, a gran voce richiamano la band sul palcoscenico, che rientrano dopo pochi minuti per regalarci il primo bis della serata .
Una voce da bambina canta una melodia che si mischia con dei miagolii.. “ Il gatto nel cervello ”, la sincronia del basso con la batteria è fantastico, con piccole introduzioni di tastiera, che tengono alto il ritmo, fino a rendersi molto più dolce nella parte centrale del brano con voce e pianoforte, e concludersi in suoni molto più duri e rock grazie all’intervento della chitarra elettrica.
Ma ecco il momento che molti aspettavano, non poteva di certo mancare la suite di “ E… tu vivrai nel terrore! L’Aldilà “ , che comincia con “ Suono Aperto “, un riff di chitarre e il flauto dolce, bellissimo che trattiene il pubblico grazie anche agli arpeggi di chitarra elettrica e la voce che sfumano sul brano funky “ Sequenza ritmica e tema “ , con il basso e batteria in primo piano in pure stile Goblin s, esecuzione perfetta da fare venire i brividi, il silenzio interrompe il ritmo fino a quando le note di un pianoforte inquietante scandiscono i battiti del nostro cuore, “ Verso L’ignoto “, il flauto rende il brano molto più leggero e meno inquietante ma è soltanto un impressione, “ Le voci del nulla “ è il brano che conclude questa splendida suite, cantata da tutta la band e il pubblico in sala, impressionante il pathos che regalano queste voci e note, seguite dalle immagini del film sullo schermo, il pubblico ormai è completamente catturato nell’ Aldilà, tant’è che la band percepisce le voci in sala e lascia soltanto il pubblico a cantare le ultime parole del brano.
Video del Concerto ( Link )
Il concerto si conclude con boato assordante del pubblico e i calorosi applausi, uno show straordinario, suonato magistralmente da una band di tutto rispetto, musicisti capaci di trasmettere forti emozioni sonore , grazie alla loro fluidità nel suonare e alla loro professionalità sul palco, è stato come sentirli suonare in studio tanta è stata la perfezione .
Alessandro Errichetti, un mostro della chitarra elettrica che mi ha deliziato con degli assolo stupendi e struggenti e di riff splendidi come nella suite di Manhattan Baby e Zombi 2 .
Roberto Fasciani, il basso “ alla Pignatelli ” che mi ha regalato momenti solenni sul brano Irrealtà di suoni , facendomi tremare di emozione su Sequenza ritmica e tema e sul tema di Paura nella città dei morti viventi.
Riccardo Rocchi, con il suo inconfondibile arpeggio, è un marchio costante delle soundtracks di Frizzi , dove mi ha fatto letteralmente impazzire su tutti i brani, le sue corde vibravano e il suo sound è stata un emozione dopo l’altra.
Federico Tacchia, è il cuore di questa band che batte ad ogni colpo di grancassa ed ha tenuto sempre alto il ritmo del nostro cuore con bellissimi interventi, è lui che tiene il tempo e tutti lo seguono con molta attenzione, con un armonia perfetta e tanta carica.
Alessio Contorni , è stato il profeta delle tastiere, il suo sound è stato meraviglioso, tenace, facendoci sognare ad occhi aperti, con le sue magie sonore portandoci tutti insieme nell’ Aldilà ..
La splendida voce di Giulietta Zanardi, l’anima della band, che ci ha portati dentro la soundtracks, grazie ai suoi cori, e voci narranti di ogni brano, gran parte di questi brani sono molto difficili da interpretare vocalmente, la sua voce è uno strumento in più sul palco.
Linda Lee , voce celestiale degli anni ’70, ci ha presi per mano e fatto tornare indietro negli anni , grazie alla sua grinta e tenerezza sul palco .
Ed infine il Maestro Fabio Frizzi, che ci ha raccontato una storia fantastica, piena di passione musicale ed unito una band straordinaria, con la quale abbiamo potuto commuoversi tra le note e ricordare con tanto affetto uno dei più grandi registi del cinema italiano Lucio Fulci….
Io e Marco e Davide siamo rimasti nella sala per poter salutare la band ed il maestro, mentre Fabio e Max, sono dovuti andare via in quanto dovevano affrontare un bel viaggio in macchina fino a Padova.
Fatte le foto e gli ultimi autografi con Fabio Frizzi e alcuni membri della band, anche noi siamo rientrati a casa, consapevoli di aver assistito ad uno splendido concerto , condiviso con tanti amici .